INTERVENTI

I quattro DarsenaCamp prevedono un intervento iniziale affidato ad esperti del settore,
seguiti da chiunque voglia "prenotare" un contributo, una comunicazione, una veloce esposizione
inerente all'incontro.

Il programma quindi si costruisce con le vostre proposte, è in costruzione e verrà man mano
aggiornato in questa pagina.
Per proporre un intervento serve inviare il nome e cognome, il titolo dell'intervento che verranno pubblicati di seguito: Sarete contattati dai moderatori degli incontri.

Tutti possono prenotare un intervento: non servono titoli particolari ma sono graditi chiarezza ed una esposizione di massimo 5 minuti.
La partecipazione è liberamente aperta anche a chi vuole ascoltare e non intervenire, e a chi potrà chiedere
di intervenire anche il giorno stesso, dopo le persone che si sono prenotate.


"Le declinazioni della sostenibilità"

Il primo DarsenaCamp sulle declinazioni della sostenibilità, svoltosi presso il circolo "La Quercia", è stato aperto dall'intervento dell'architetto Marco Turchetti, con Piera Nobili nel ruolo di moderatrice.


 
 
Successivamente hanno presentato le loro relazioni:
l'ingegnere Enzo Mataloni con "ParCO2: la vendetta......dell'ambiente??" e...




...Sara E. Lunghi della cooperativa sociale Impronte con "Sostenibilità ed Ecoinnovazione per la Rigenerazione territoriale".




Clicca qui se vuoi visualizzare e scaricare le relazioni:
Marco Turchetti
Enzo Mataloni
Sara E. Lunghi

 
Il primo barcamp sulla Darsena è continuato
con  l'intervento di Alberto Rebucci, cittadino della Darsena, che ha aperto un dibattito sulle difficoltà degli enti pubblici di investire su nuovi progetti.



Infine ha preso la parola Libero Asioli, assessore all'urbanistica del Comune di Ravenna, che ha risposto ad alcune domande di cittadini "molto" attivi.











"La cultura dello spazio pubblico dei privati"

Al Tribeca si è svolto il secondo DarsenaCamp ed è iniziato con l'intervento dell'architetto Massimiliano Casavecchia sul rapporto che i soggetti privati hanno con la cultura dello spazio pubblico.

Casavecchia ha subito sottolineato l'odierna necessità di capire quali sono gli interessi reali dei cittadini privati e dell'amministrazione.

Ha poi parlato dell''importanza dell'acqua a Ravenna che deve essere un interesse comune di tutti i cittadini ravennati e in particolare il canale Candiano non deve essere fonte di divisione, ma deve unire tutta la comunità.

Ha poi affermato che le regole basilari per avere uno spazio pubblico sono: l'accessibilità e la permeabilità dello spazio per tutti.

Regole che permettono le relazioni sociali, oggi sempre più in secondo piano per colpa della diffusione dei centri commerciali, i cosiddetti "non luoghi".





Moderatore della serata è stato Ivano Mazzani.









Il tema ha stimolato una serie di interventi da parte del pubblico:


il gruppo RavennaIOCiSono ha proposto la realizzazione di uno spazio multi-servizi per la cultura all'interno del Sigarone gestito dalle organizzazioni già attive
sul territorio;



la consigliera comunale Francesca Santarella  ha evidenziato le difficoltà del rapporto tra i cittadini e l'amministrazione pubblica.







Domenico Memoli, cittadino della Darsena ha
portato l'attenzione sulla complicata convivenza con la CMC.








Marco Turchetti ha fatto emergere il problema della privatizzazione degli spazi pubblici causata dallo spopolamento del centro storico e dall'aumento del traffico, sostenendo che
una maggiore inclusività e accessibilità degli spazi pubblici sarebbe un'ottima soluzione.




Infine l'assessore Asioli ha sottolineato
l'importanza delle iniziative
in centro che favoriscono gli incontri tra i cittadini.












"Un luogo dove pensare la città: l'urban center"


Al terzo appuntamento dei DarsenaCamp, tenutosi al Bar Compagnia Portuali, l'architetto e direttore dell'Urban Center di Bologna Giovanni Ginocchini, ha illustrato molto approfonditamente il funzionamento,  lo spazio, le opportunità che offre, i progetti e le sfide da affrontare dell'Urban Center di Bologna.


 
 Moderatori dell'incontro sono
 stati Piera Nobili e Andrea Caccìa.

Ginocchini ha spiegato che l'Urban Center di Bologna è un centro di comunicazione in cui la città presenta, discute, indirizza le proprie trasformazioni territoriali e urbane.
Può essere considerato un laboratorio di idee e informazioni, nel quale si dialoga, ci si confronta per la progettazione partecipata e condivisa del futuro della città di Bologna.







L'Urban center è portavoce dell'amministrazione pubblica, ha l'obiettivo di coinvolgere attivamente tutti i soggetti partecipanti ed è gestito da un comitato da diversi enti e istituzioni coinvolti nelle trasformazioni  della città e del territorio di Bologna.


Grazie al trasferimento presso la Salaborsa di bologna, avvenuto nel 2010, l'Urban Center ha potuto contare su una maggiore visibilità




All'interno dell'Urban Center sono presenti la mostra permanente articolata in temi, strategie e progetti distribuito in pannelli, monitor e cubi e mostre temporanee dove si approfondiscono temi specifici di interesse urbanistico e architettonico.









Ginocchini ha poi proseguito raccontando gli iter di alcuni progetti, come quello della Bolognina Est, di piazza Verdi, dei T-Days, dell'UniBike, soffermandosi sulle criticità e difficoltà d'interazione durante  il percorso partecipativo con i cittadini e le istituzioni.











"Storia delle persone del quartiere Darsena"


Al Dock 61 si è svolto il quarto ed ultimo DarsenaCamp dell'edizione 2013.
Lo storico Andrea Baravelli ha affrontato il tema sulla storia delle persone del quartiere Darsena.

Lo storico ha definito la Darsena come metafora del desiderio e del rimpianto, in quanto il desiderio di rivalutare questa zona non è mai stato nascosto, sono anni che i politici ne discutono e per questo è sempre rimasto un rimpianto delle occasioni perdute.

Con il passare degli anni, la Darsena si è svuotata delle industrie, senza avere una progettualità ben definita che la rivalutasse.

Andrea Baravelli ha poi parlato dell'importanza del Candiano e delle potenzialità di Ravenna, paragonata da lui ad una piccola Amsterdam, che potrebbe diventare, senza molte difficoltà, il porto di Bologna e perfino di tutta la pianura padana. Il porto è una realtà imprescindibile per l'economia ravennate.

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Baravelli ha proseguito il suo intervento illustrando il suo progetto per Ravenna 2019, che consiste nel recupero della memoria storica delle aziende che hanno contribuito allo sviluppo del territorio. Per raggiungere tale scopo è per lui opportuno coinvolgere le scuole superiori, creando le condizioni affinché gli studenti censiscano le varie imprese storiche che hanno operato nel ravennate. Lo storico lo ha definito un progetto "matrioska" che può portare i cittadini a conoscere meglio le imprese e viceversa.












Giorgio Stamboulis moderatore dell'incontro sulla storia delle persone della Darsena.







L'intervento di Gigi Canestrari, il quale ha proposto un premio, rivolto alle scuole più emarginate di Ravenna, sulla produzione di micro-documentari riguardanti la prima parte della costituzione: diritti e doveri.














Ivano Mazzani ha denunciato gli stereotipi sulla Darsena: immigrazione, violenza e teppismo, sostenendo che oggi c'è sempre più bisogno di "orizzontalità" e conoscenza, di comprendere l'Altro e interiorizzare la storia.

Marco Cavalcoli è intervenuto portando all'attenzione il fatto che, con la sua compagnia teatrale i Fanny & Alexander, ha cercato di coinvolgere il quartiere in diverse attività, ma secondo lui alla Darsena manca un'identità forte, quasi da sembrare un non quartiere.

















 










 

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